“Non esiste un mondo sviluppato e un mondo sottosviluppato, ma un solo mondo male sviluppato”. Con questa convinzione è stato fondato, nel 1970 a Ginevra, il CETIM, il Centro Europa-Terzo Mondo. Particolarmente critico verso alcune istituzioni finanziare e commerciali internazionali (in primis FMI e Banca Mondiale) e anche sul ruolo predominante delle multinazionali o società transnazionali, il Centro è un crocevia di solidarietà, attraverso varie azioni. Il sostegno alle campagne di sensibilizzazione e la sua attività interna al Consiglio economico e sociale delle Nazioni Uniti, lo rendono portavoce vitale dei Paesi del Sud del mondo. Molto importante è anche la sua attività editoriale, trattando soggetti che non sono considerati, o sono considerati poco, dall’attenzione generale dei media. Ne è una testimonianza la Collana Pensieri di ieri per domani concepita soprattutto come strumento educativo per le nuove generazioni. Una Collana che raccoglie i testi di figure centrali del passato attivi nella lotta per l’emancipazione dei popoli e il cui pensiero rimane oggi molto attuale. Pubblicati sinora sono le biografie dedicate a Bobby Sands, Frantz Fanon, Mehdi Ben Barka, Patrice Lumumba e Amilcar Cabral (di cui avevamo scritto in un articolo).
Di recente, il CETIM ha pubblicato una raccolta di opere del Padre della nazione tanzaniana, Julius Kambarage Nyerere, chiamato affettuosamente dal popolo Le Baba wa Taifa (padre della nazione). Curata dall’intellettuale ugandese Yash Tandon, già Direttore esecutivo del Centro Sud dal 2005 al 2009, la Bio si intitola semplicemente Julius Nyerere. Inizia con un suo breve ritratto e con un’Introduzione curata da Tandon in cui si mettono in evidenza le qualità morali di uomo e le qualità di statista. Dotato di una grande umiltà, Nyerere – scrive Tandon – “ha dimostrato che si può prendere parte alla diplomazia internazionale e mantenere al contempo l’identità distintiva dell’Africa. […] egli era un cittadino del mondo ancorato nella sua comunità e nell’Africa”. Tandon fa poi un excursus della storia della Tanzania, ripercorrendo alcune tappe e mettendo in luce come questa terra “fosse un paese felice fino al 1506, quando i portoghesi colonizzarono le zone costiere dell’Africa orientale”. Con la successiva entrata degli arabi dell’Oman che cacciarono i portoghesi da Zanzibar nel 1699, le zone costiere divennero dei centri di commercio degli schiavi. Poi vennero i tedeschi e poi infine gli inglesi, che occuparono l’allora Tanganica dopo la fine della Prima Guerra mondiale con un mandato della Società delle Nazioni (divenuta poi ONU).
Tandon descrive Nyerere come un filosofo-re, poiché egli filosofeggiava mentre dirigeva il partito e la nazione. La sua filosofia era influenzata dai principi della Chiesa Cattolica e dal socialismo europeo, in particolare dal fabianesimo inglese, ma era una filosofia ben radicata nella cultura africana, come dimostra la politica socialista da lui sviluppata, fondata sull’Ujamaa. Un socialismo che aveva poco in comune con la dottrina marxista, essendo la situazione della Tanzania molto diversa rispetto a quella dei paesi europei, in cui i proletari erano in maggio numero. In Tanzania prevalevano gli agricoltori, i contadini e su questi voleva contare Nyerere per promuovere le sue politiche sociali ed economiche.
Tandon sottolinea che ha visitato la Tanzania negli anni Novanta e molti contadini affermavano: “Mwalimu ci ha ridato la dignità. Noi eravamo disprezzati e oppressi all’epoca coloniale; Nyerere ci ha dato voce in capitolo”.
Viene poi sottolineata una questione importante: la politica di villaggizzazione voluta da Nyerere e la sua Ujamaa non hanno impedito l’ingresso nel settore agricolo della Tanzania di multinazionali e delle loro sementi ibride e dei loro fertilizzanti (costosi). L’idea di “contare sulle proprie forze” era inattuabile in una società tanzaniana comunque immersa nelle dinamiche del capitalismo globale (come sottolineo nel mio libro Nyerere, il maestro, EMI, 2012).
Il volume mette inoltre in evidenza il Nyerere panafricanista, e il suo impegno nel dare voce alle nazioni del Sud del mondo. Manca tuttavia una parte rilevante per comprendere chi era Julius Nyerere, dedicata al processo di beatificazione e alla sua fede cristiana.
Accompagnano il testo alcuni documenti importanti per capire la figura di Nyerere, tra cui: Ujamaa. I fondamenti del socialismo africano (redatto in inglese da Julius Nyerere a Dar es Salaam nell’aprile 1962); La Dichiarazione d’Arusha e la politica della TANU in materia di socialismo, L’Unità africana difronte al XXI secolo (estratto di un discorso pronunciato a Accra, il 6 marzo 1997, in occasione del 40° anniversario dell’indipendenza del Ghana); Due cose a proposito dell’Africa (Discorso davanti all’Assemblea nazionale del Sudafrica, pronunciato a Cape Town il 16 ottobre 1997).
A cura di Silvia C. Turrin
L’articolo è on line anche sul web- site della Società delle Missioni Africane