Negli ultimi tre anni, il Mali è protagonista di una recrudescenza politica, che ha portato nel marzo 2012 a un colpo di Stato, seguito da una drammatica guerra civile e dall’intervento militare francese. Sebbene il Mali sia tornato a una situazione di relativa calma, il nord del Paese rimane ancora insicuro, a causa delle rivendicazioni di gruppi ribelli e separatisti.
Ciò ha creato notevoli scossoni sul piano sociale e anche culturale. Lo storico Festival Au Désert, inaugurato nel gennaio 2001, non viene più organizzato nella sua tradizionale sede, che era a Essakane, proprio nel nord del Mali. Il Festival affonda le sue radici nelle tradizioni Tuareg, diffondendo e promuovendo la musica, le danze, la poesia e le cerimonie tipiche di questo antico popolo nomade. Il Festival Au Désert, come affermano gli organizzatori, è “in esilio”, allontanato dalla sua area tradizionale a causa dell’instabilità politica. Quest’anno si potrà assistere a “frammenti” di questo Festival nella città di Mopti, il 12 e 13 febbraio.
In queste due giornate si celebra la Carovana culturale per la Pace, progetto creato nel 2013 su iniziativa di tre Festival organizzati in zone del Sahara e del Sahel: oltre al Festival au Désert, la Carovana è sostenuta dal Festival Taragalte del Marocco e dal Festival sur le Niger (Ségou, Mali). Quest’ultima manifestazione, dalla sua prima edizione nel 2005, è diventata sempre più importante, anche grazie alla collaborazione con gli altri Festival qui citati. Una cooperazione che ha come obiettivo quello di supportare la pace, la tolleranza, la diversità culturale e la solidarietà tra le genti del Sahara e del Sahel. In questo 2015 il Festival sur le Niger vuole far leva sulla ricostruzione nazionale in Mali attraverso una serie di iniziative culturali.
Oltre alla notte della Carovana per la pace – quest’anno denominata «notte di dell’amicizia e di Sanankouya» (parola bambara che significa “intesa”, “coesione sociale”) – ci sarà una Fiera internazionale di Segou dal 2 all’8 febbraio, i cui protagonisti sono creativi, artisti, artigiani (si celebreranno tra l’altro tessuti come il Bogolan e il pagne tissé*) e agricoltori dell’Africa Occidentale.
Non manca naturalmente la musica. Quest’anno il Festival sur le Niger vede tra l’altro la partecipazioni di musicisti e vocalist africani del calibro di Cheick Tidiane Seck, Oumou Sangaré, Amadou & Mariam, Fatoumata Diawara, Orchestre Kôrè, Moussa Diallo, Sahel Blues e Sia Tolno (e tanti altri ancora). Numerosi saranno anche i dibattiti, incentrati in particolare sul tema “Cultura e lavoro: quale industria culturale per l’Africa?”. Una questione da considerare tra le priorità, poiché il Continente ha un’incredibile vivacità e inventiva sul piano pittorico, musicale, artigianale, poetico, teatrale, cinematografico.
Un panorama culturale africano molto ricco e variegato che, però, soffre dell’agguerrita concorrenza e del monopolio mondiale dell’industria culturale sia statunitense, sia europea (che tra l’altro rischiano anche di minacciare le identità africane e di destabilizzare i valori delle nuove generazioni dell’Africa). Le associazioni e organizzazioni africane vogliono fare il punto della situazione della Cultura nel grande Continente. Tornando a Segou, dove si tiene il Festival sur le Niger, è molto attivo il Centre Culturel Kôrè, in cui è stato creato uno studio di registrazione e dove vengono offerti corsi di educazione artistica e formazione professionale.
A cura di Silvia C. Turrin
*pagne tissé – tessuto tradizionale di grande qualità, con colori intensi e simboli eleganti, originariamente impiegato per i riti funerari, in seguito utilizzato anche per altre cerimonie importanti.