Remember Steve Biko died on 12 September 1977

dall’Introduzione al mio libro “Il movimento della Consapevolezza Nera in Sudafrica“:

[…]Perché pubblicare un libro dedicato a una fase storica sudafricana ormai terminata? Perché parlare ancora di Consapevolezza Nera? Tante le ragioni che mi hanno portata alla decisione di diffondere questo mio scritto.

biko - king william's town

In primis, ho voluto dare il giusto peso al Black Consciousness Movement, i cui progetti e ideali sono rimasti un po’ offuscati dal protagonismo dell’ANC. In Italia, non è mai uscito un volume che inquadrasse in modo esaustivo il ruolo del BCM nell’infondere semi di lotta sociale e politica nella popolazione sudafricana oppressa dal razzismo. Mi sembra doveroso nei confronti di Steve Biko e di tutti gli esponenti del movimento ridare loro voce.
In secondo luogo, il BCM è stato un movimento di liberazione psicologica: la “rivoluzione” doveva avvenire prima nella mente dei neri sudafricani, troppo condizionati da un profondo sentimento di inferiorità inculcato loro dai coloni europei attraverso non solo la forza, la schiavitù, lo sfruttamento lavorativo, ma anche utilizzando mezzi più subdoli, come l’educazione scolastica. Solo una mente libera avrebbe potuto aspirare alla liberazione politica e sconfiggere l’élite razzista al potere. Su questo tipo di analisi, il BCM ha basato tutti i suoi slogan, tutti i suoi progetti e tutte le sue azioni di protesta. Ritengo che il tema della “liberazione psicologica delle persone oppresse” (oppresse politicamente, culturalmente, economicamente) sia necessario riprenderlo nella società attuale, italiana e non.
Infine, credo sia doveroso ricordare la morte di Steve Biko (12 settembre 1977), causata dalle percosse subite in carcere. In realtà, l’allora Ministro della Giustizia e della Polizia James Kruger dichiarò al mondo intero che il motivo del decesso era l’inedia, determinata da uno sciopero della fame iniziato il 5 settembre. La verità, sappiamo, è emersa, grazie alla preziosa testimonianza del giornalista sudafricano Donald Woods. Ciò che è accaduto a Biko tuttavia si ripete ancora oggi, in tante altre parti del mondo definite “democratiche e liberali”.

Riprendere storie in apparenza lontane dalla nostra piccola realtà può essere illuminante: per capire meglio il presente; per capire come la storia si ripeta in un altro luogo, in un altro tempo, sottoforma di altre circostanze; per capire come la verità venga spesso deformata e falsificata dai governanti; per capire come lo spettro del razzismo si aggiri ancora; per capire quanto la mente possa condizionare la vita di un essere umano, o di un intero popolo. Nelle parole di Steve Biko: “L’arma più potente nelle mani di un oppressore è la mente degli oppressi”.

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