Come non ricordare le storiche elezioni avvenute nel 1994, tra il 27 e il 29 aprile, in Sudafrica (N.B. andò a votare l’87% dell’elettorato attivo!!!).
In un clima di generale euforia si svolsero le prime elezioni multirazziali e democratiche, basate sul principio “one person one vote”.
Si formarono lunghe e colorate file di votanti. La maggior parte degli …elettori per la prima volta nella loro vita, liberamente sperimentavano il diritto di voto: imprescindibile diritto per l’edificazione di una società democratica. In quei giorni, ricchi di pathos, di aspettative, ma anche di paure, stava germogliando la Rainbow Nation, alla cui presidenza si stava accingendo Nelson Mandela, il quale, dopo ventisette lunghi anni di prigionia, divenne il simbolo, la guida spirituale, umana e politica di una nuova nazione.
Tuttavia – come ricordo nel mio libro dal titolo “Il Movimento della Consapevolezza nera in Sudafrica. Dalle origini al lascito di Stephen Biko” gli eventi accaduti nel 1994, non devono far dimenticare che il percorso per ridare la libertà agli oppressi è stato irto di difficoltà e di ostacoli, per superare i quali, migliaia di persone hanno sacrificato la propria esistenza.
La democrazia che la società sudafricana conosce e sperimenta oggi è stata il frutto della protesta e delle lotte portate avanti, nei decenni precedenti, da uomini e donne comuni, da studenti, da attivisti per i diritti civili e umani, da artisti ed esponenti dell’intellighenzia africana e non, e da figure politiche dotate della consapevolezza di poter modificare lo status quo edificato con tanta tenacia da un’élite auto-definitasi ‘popolo eletto’.
Sopravviviamo comunque
e non appassisce, frustrata, la tenerezza.
Fasci luminosi indagano
come ratrelli i nostri nudi contorni inermi
accigliato ci sovrasta il Decalogo monolitico
di divieti fascisti
e vacilla verso la catastrofica caduta;
lo stivale s’accanisce contro la porta sbrindellata.
Ma sopravviviamo comunque
agli strappi, alla deprivazione e alle perdite
Le pattuglie si srotolano lungo il buio dell’asfalto
sibilando minacce contro le nostre vite,
e somma crudeltà, in ogni angolo la nostra terra sfregiata dal terrore,
resa sgraziata e inamabile;
lacerati tutti noi e l’abbandono della passione
ma sopravvive comunque la tenerezza.
*Dennis Brutus
scrittore e poeta sudafricano – attivista anti-apartheid

Johannesburg – esterno del Museum Africa (photo Silvia C. Turrin)