Sulle tracce del popolo Basotho

Il Lesotho è un piccolo Paese africano. Pochi ne parlano, pochi lo conoscono davvero. È uno di quei luoghi dimenticati, o di rado considerati tanto dai mass-media, quanto dai turisti. Nemmeno il tentativo di un colpo di stato, avvenuto lo scorso 30 agosto, ha contribuito a portarlo all’attenzione dell’opinione pubblica. Solo Papa Francesco, in occasione dell’Angelus di domenica 7 settembre, ha espresso vicinanza al popolo del Lesotho, invocando pace per questa terra.

Circondato completamente dal Sudafrica, questo piccolo lembo di terra sta vivendo una forte instabilità politica dopo che l’esercito alla fine di agosto aveva occupato il quartier generale della polizia e diversi palazzi del governo, tanto da spingere il primo ministro del paese, Thomas Thabane, a fuggire nel vicino stato sudafricano. Nonostante il golpe sia fallito, la situazione rimane tesa. Il generale ribelle, Tlali Kamoli, a guida del tentato colpo di stato, e i militari a lui fedeli hanno trovato rifugio sulle montagne.

In attesa che le circostanze volgano alla pace invocata da Papa Francesco, indirizziamo la nostra attenzione al popolo del Lesotho. Il nome di questo regno montuoso significa “terra dei Basotho” e a sua volta Basotho significa “il popolo Sotho”. Il Lesotho dal punto di vista etnico è omogeneo, dato che circa il 98% della sua popolazione è appunto Basotho. Per valorizzarne le tradizione, la cultura e le arti, da qualche anno è stato creato un festival denominato Morija, che si tiene in settembre nell’omonima città (quest’anno l’evento è organizzato dal 23 al 28 settembre). Grazie a seminari, dibattiti, letture, incontri di danza, musica, teatro, poesia, arte, il Festival è un’occasione per scoprire la cultura Basotho.

Morija Arts & Cultural Festival

La finalità degli organizzatori è creare pace, unità, progresso attraverso la rinascita culturale di questo piccolo regno un tempo chiamato Basutoland, governato ancora oggi da una monarchia. L’idea di un Festival è nata nel 1999: un periodo di forte instabilità politica nel paese, tra elezioni criticate dai partiti di opposizione e la nascita di nuovi gruppi politici. Il Morija Arts & Cultural Festival si prefigge di promuovere l’unità e la solidarietà tra i Basotho e lo fa partendo dalla cultura.

Un ruolo importante nella creazione del festival lo ha il Morija Museum. Con alle spalle 175 anni di storia, il museo nacque su stimolo di missionari protestanti francesi alla fine dell’800, per preservare la cultura locale. Ciò stimolò le arti, come dimostrano i lavori di Thomas Mofolo, il primo nero africano a scrivere una novella (Moeti oa bochabela del 1906), e di JP Mohapeloa, divenuto un grande compositore.

lesotho 3Per capire quindi il Festival e le sue finalità è importante sottolineare il ruolo del Morija Museum nella preservazione della cultura Basotho, grazie ai suoi archivi e alle collezioni che conserva. Oltre agli oggetti tradizionali usati per cacciare, ad altri reperti archeologici e fossili, nelle sale museali troviamo preziosi oggetti d’arte, come le sculture, realizzate tra il 1930 e gli inizi del 1940, da Samuel Makoanyane, famoso per la cura nel ritrarre in modo dettagliato gli aspetti della vita rurale dei Basotho. Si possono ammirare anche disegni, che ritraggono per esempio antichi combattimenti, alcuni realizzati da Tsepiso Lesenyeho.

Per addentrarsi ancor più nella cultura Basotho, soprattutto quella contemporanea, merita una visita la Maeder House Art & Craft Gallery. L’edificio è uno dei più datati del Lesotho, essendo stato costruito nel 1843. Fu dimora di missionari appassionati di artigianato, nonché dell’artista Francois Maeder. Oggi, in questa gallery, gli artisti Basotho espongono e vendono le loro opere. Altrettanto importante è il Morija Art Centre, dove vengono organizzati stage connessi alle arti locali.

Mai come in questo periodo l’urgenza di creare pace è così sentita in questo piccolo regno africano e il Morija Arts & Cultural Festival vuole essere un trampolino di lancio verso la stabilità del piccolo regno montagnoso del Lesotho.

Silvia C. Turrin

L’articolo è on line anche sul sito SMA Afriche

2 pensieri su “Sulle tracce del popolo Basotho

  1. Gtrazie, Silvia Cinzia; non conoscevo niente di questo popolo! Leggo sempre i tuori articoli, anche se non mi faccio vivo con i commenti.

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